4.9.10

La stagista_21

Come ho già detto, Gladia passa molto tempo al cellulare a parlare con gente misteriosa (un fidanzato?) che la chiama a tutte le ore. Quando non è al telefono la si può trovare a fumare nel cortile*, magari insieme a un’amica che ha scelto di sprecare con lei i suoi rari minuti di pausa.
Ma Gladia staziona spesso anche alla macchinetta del caffè del piano superiore, che è più fornita e, soprattutto, permette di incontrare qualche dirigente in pausa. Proprio lì mi è capitato di vederla, un paio di volte, in atteggiamenti non dico sospetti, ma sicuramente lontani dal contegno da novizia che di solito esibisce con tutti noi. Un giorno, per esempio, rideva in modo incontenibile insieme a un tizio dell’area marketing, un bell’uomo alto e robusto, con la faccia da antico romano (non so se avete presente Caracalla) e l’aria sensuale… Lei rideva, dicevo, mentre il tizio, appoggiandosi con una mano alla macchina del caffè, si sporgeva in maniera preoccupante sopra di lei. La sua cravatta regimental sventagliava allegramente sulla scollatura generosa per quanto inutile della stagista. Già, perché i golfini tetri che lei sfoggiava i primi giorni (in tutte le possibili nuances di grigio e marrone), hanno ormai lasciato il posto a abitini leggeri, scollati appunto, a tubini aderenti, gonne corte, quasi mini, che mettono bene in mostra il suo corpo tozzo (eppure capace di riscaldare i maschi circolanti alla Giacobino).
Comunque, quando l’ho beccata con quello del marketing ho finto di non vedere che erano a un passo dal copulare lì, su due piedi, seminascosti dal distributore automatico. Anche se la loro posizione – lui in piedi e lei seduta con la faccia all’altezza del suo inguine - suggeriva piuttosto una fellatio spiccia… Ma non divaghiamo. Quando li ho visti così presi in quel viluppo di chiacchiere e risate, dicevo, ho infilato la mia chiavetta nella macchina, ho composto il numero 13, aspettato che la spirale ruotasse facendo precipitare la bottiglietta nello sportello, quindi ho prelevato la mia acqua naturale senza fare rumore, senza dire una parola, e me ne sono andato. Mentre loro parlavano così sottovoce che non si sentiva niente. Immagino che Gladia, nascosta com’era dalle cosce muscolose dell’antico romano, non si sia nemmeno accorta del mio passaggio.

*Non mi aspettavo che Gladia fumasse, o meglio, mi ha stupito che non fumi di nascosto, chiusa in bagno, come fanno molti altri redattori che poi raccontano a tutti di aver abbandonato quel vizio da anni.

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