14.3.10

La stagista_15

Comodamente incastrato fra l’armadio e la stampante, posso origliare il resto del dialogo tra l’editor e Gladia. Lui parla con un filo di voce, lei lo ascolta in silenzio, ride, mugugna suoni di assenso.
«De Pasquale…» che è l’editor della Studia & Labora «…non ha problemi a farle proseguire lo stage in un’altra redazione. Anzi, pensa che per lei sarebbe molto più utile, perché così avrebbe modo di partecipare alla lavorazione di opere più complesse e importanti…»
Mi dà fastidio questo suo tono ossequioso, lo stesso che adotta quando parla con qualche Autore importante.
«…Capisce benissimo il suo senso di noia e di frustrazione…»
Frustrazione?
«…Del resto è normale che lei si senta poco valorizzata dai lavori che lui può offrirle…»
Quindi Gladia si era lamentata perché il posto alla Studia & Labora non era di suo gradimento, anzi, perché non la valorizzava abbastanza.
«…Diciamolo pure, una persona con la sua preparazione umanistica, il suo eccellente curriculum, è davvero sprecata da loro…»
Sì, è una perdita per tutta l’umanità.
«…Così ha accettato volentieri la mia proposta di farla subito trasferire nella nostra redazione…»
Nella nostra redazione?
No, non può essere vero.
Cazzo.
«…Altrimenti, mi capisce, c’è il rischio che il suo stage risulti poco proficuo, se non addirittura inutile…»
Darei un pugno alla stampante, anzi, la lancerei addosso all’editor per ringraziarlo di questa bellissima pensata. Adesso capisco tutto, ecco di cosa discutevano quando li vedevo bisbigliare nei corridoi. E io che credevo parlassero del solito master di Umberto Eco.
«…Sempre che a lei vada bene, ovviamente…»
Ma perché non dovrebbe andarle bene? Non era questo che voleva da quando è arrivata qui? Mi alzo in punta di piedi e vedo che anche Gladia, finalmente, sta per dire qualcosa.
«Sono veramente onorata della sua proposta. Sarò lieta di lavorare con voi, perché qui avrò sicuramente modo di imparare molto».
Onorata? Lieta? Ma come parla? Con la sua finta modestia non inganna nessuno, se non l’editor.
Che bastarda leccaculo.
«…Mi hanno raccontato grandi cose della sua redazione…».
Certo, avrà fatto il terzo grado a tutti per raccogliere informazioni, per capire qual era il posto migliore dove piazzarsi, dopo il lunghissimo mese di gavetta passato alla Studia & Labora a occuparsi di micragnosi libri per istituti professionali. E adesso eccola qui, rinata, gongolante, lieta di accettare l’offerta dell’editor che la guarda intenerito, con due occhioni lucidi, neanche fosse sua figlia.

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