9.7.11

I miserabili_4

Alla fine Amalia mi telefona, dopo un paio di giorni.
Esaurite le solite smancerie, mi dice di aver chiamato l’amministrazione per avere chiarimenti e di aver scoperto che in effetti è andata proprio come sospettava lei, cioè che il mio contratto, perfettamente in regola e firmato da tutti, si è arenato, non si sa bene quando, nei loro uffici, per colpa di uno dei soliti disguidi…
«E il mio pagamento?» chiedo.
«Purtroppo, siccome non c’era traccia del tuo contratto, il pagamento di maggio non è andato a buon fine».
Me ne ero accorto.
Ascolto in silenzio Amalia che mi chiede personalmente scusa per questo spiacevole disguido e mi raccomanda di presentare due note di pagamento il mese prossimo, per avere anche lo stipendio arretrato.
«E il mio contratto quando arriverà?» chiedo, retoricamente.
«Presto, prestissimo!»
«Sarebbe ora, visto che lo aspetto da due mesi» vorrei dirle, ma rimango zitto.
«Appena lo ricevo dall’amministrazione te lo mando, non ti preoccupare!» promette Amalia in uno dei suoi slanci di tranquillizzante solerzia. E poi non la smette più di scusarsi per questo contrattempo, e per il disagio che ho subito, e per non essere stata in grado di darmi una risposta prima eccetera.
Se non la conoscessi da tempo, se non avessi sentito così tante volte queste sue frasi affettate e non sapessi che sono prive di sostanza, che non valgono niente, forse, dico forse, potrei anche commuovermi.

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