19.9.10

Che cosa fa un redattore_5

Non avrei mai pensato di poterlo dire, ma Il Cane zoppo di Tom sta diventando più coinvolgente del previsto. Non saprei, forse è cambiato qualcosa nel romanzo o forse in me, nel mio modo di leggerlo. Probabilmente la mia prevenzione iniziale è sparita, o forse il libro è migliorato rispetto all’inizio, non lo so, e francamente non mi interessa. Posso solo dire che da un certo punto in poi ho iniziato a leggerlo con interesse, e la lettura si è fatta così piacevole che mi sono completamente dimenticato di sottolineare le parolacce e le parti da tagliare. Per esempio, non mi sono accorto di una scena in cui il padre, come sempre ubriaco, palpeggia le tette a una cameriera nello sgabuzzino di un pub*, così come non ho visto un insidioso vaffanculo stampato tra la fine di una pagina e l’inizio di quella successiva e, cosa ancor più grave, non ho evidenziato una parte molto divertente, ma ovviamente da tagliare, in cui due tizi ubriachi raccontano al padre che quella notte andranno a prendere a bastonate uno che gli ha fatto uno sgarro, e gli chiedono se vuole unirsi al gruppo. Ma lui è così bevuto che si accascia, addormentato, sul bancone del bar.
Se ci lasciamo sfuggire una cosa del genere, quelli del Movimento Genitori Attenti ci sistemano per sempre.
Devo riconoscere che l’autore scrive meglio quando lascia perdere psicologismi da manuale e scene melense e racconta semplicemente la vita di Tom a casa e a scuola, quando parla dei suoi problemi con i compagni di classe, tutti stronzi, della sua amicizia con quel cane rognoso e zoppo, l’unico che gli faccia un po’ di compagnia in quella periferia operaia sull’orlo del collasso, dove i bambini vivono abbandonati a se stessi, isolando lui, Tom, ai margini di qualsiasi cosa.
Il libro mi piace al punto che sono andato a controllare quante pagine mancano alla fine. Per fortuna non sono neanche a metà.
Così ho deciso di fare una cosa: siccome devo consegnare l’elenco all’editor entro lunedì, finirò il libro leggendolo macchinalmente, riga per riga, tipo scanner. Questo basterà a trovare tutte le scemenze da eliminare. Ovviamente non capirò niente di quello che c’è scritto, ma è proprio quello che voglio. Così, una volta che mi sarò liberato di questo lavoro, potrò riprendere il romanzo e leggermelo con calma, senza più preoccuparmi di parolacce, scabrosità da oratorio, oscenità ridicole e soprattutto di quel Movimento dei genitori del cazzo.

* Scena perniciosissima per la virtù dei nostri giovani lettori.

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