4.11.09

La stagista_8

Ma la cosa peggiore del primo incontro con Gladia è stato il lungo monologo in cui si è lanciata appena siamo arrivati alla macchina del caffè. Solo a pensarci mi prende un senso di noia e di panico. Infatti sembrava che non riuscisse a trattenersi un minuto di più: doveva farci sapere al più presto quanto è brava, colta e intelligente.
Ammetto che la ragazza mi è stata antipatica dalla prima volta che l’ho vista e che finora le ho solo trovato difetti, però bisogna anche dire che lei non mi ha ancora dato una sola possibilità di ricredermi. Visto che insisteva tanto per bere questo dannato caffè insieme, pensavo che avremmo fatto quattro chiacchiere per approfondire un po’ la nostra conoscenza. Io non ne sentivo certo l’esigenza, ma ormai mi ero rassegnato a spendere qualche minuto in questa inutile formalità. Comunque mi sbagliavo, perché Gladia ha accentrato l’attenzione su di sé. Ha parlato ininterrottamente di tutti i suoi studi, e in certi momenti sembrava che recitasse a memoria un discorso preparato con cura. Non so bene come ci sia riuscita, ma in dieci minuti è stata capace di ripetere due volte che dopo aver vissuto a Roma, dove si è diplomata a pieni voti e laureata con lode in filologia classica, si è trasferita a Bologna per frequentare il master in editoria di Umberto Eco. Entrambe le volte ha sottolineato che il prestigioso master (parole sue) dura due anni e che la selezione per accedervi è notoriamente molto severa. Questo l’ha detto tre volte, aggiungendo che solo i migliori, i più preparati, vengono accolti in quella ristretta cerchia di fortunati (ancora parole sue).
Il suo monologo mi è sembrato durare ore, e quando è finalmente terminato mi sentivo stremato. Soprattutto, però, intuivo che quella era solo la fine della prima puntata.
Dovevo andarmene, non avrei sopportato di sentire la sua voce per un minuto di più. Non so come stava Laura, ma i suoi occhi erano opachi, spenti, come quelli di una sonnambula.
Per fortuna, quando Gladia ha approfittato del nostro silenzio per finire il suo caffè ormai freddo, ho avuto la prontezza di dire, in modo perfettamente credibile, che mi spiaceva tanto ma dovevo scappare perché stavo aspettando una telefonata importante. L’ho salutata con un profondo senso di liberazione, augurandomi di non incontrarla mai più, e sono tornato di corsa al mio computer. Pensavo che Laura mi avrebbe seguito, ma ha avuto un attimo di incertezza di troppo e così ha dovuto sorbirsi il curriculum della stagista fino alla fine.

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